Il vaso

La motivazione del dipinto non sta nella sua efficienza. La sua realtà consiste tutta nella bellezza (amore) con cui esso viene elaborato e nella poesia (sentimento) che contiene (e magari non riesce a trasmettere).
Se non si trovano obiettivi certi, se non si sa “cosa” e “per chi” e “perché” si pensano questi dipinti, se si sa che l’idea non accoglie il futuro, se non si sa pensare a precisi segni del tempo, a trasformazioni generali e razionali, a visioni globali del mondo…, allora ci si concentra in se stessi, cercando “pezzi di pensiero visivo” dentro di sé, con la sola ipotesi di far vivere il dipinto nella sua vocazione espressiva: pacata, staccata, allegra, lontana, senza messaggi…
Nel caso delle ceramiche, l’oggetto tridimensionale è stato inteso come pittura, come un attrezzo di “pura” realtà visiva.
La pittura sui vasi (perché si tratta soltanto di una pittura sui vasi) è fredda, mentre il design è caldo per corrispondere a una visione poetica del mondo distanziata e semi-fantasiosa, adatta all’uomo nuovo, all’uomo decorativo: a quell’uomo di oggi, che abita la fine delle ideologie.